Replying to Un animo che parla
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__LadyLiviaPosted: 18/1/2011, 21:31
Quel corpo non aveva nome, era semplicemente orribile e l’animo raccontava a se stesso pensieri inconsueti, lamentandosi della propria esistenza.
“Vivo nell’ agglomerato materiale di una persona orribile che ha fatto cose di cui pentirsi ogni giorno della propria esistenza, che vorrebbe alzarsi una mattina domandando al primo che vede ‘”Io chi sono?” non perché non riesce a riconoscersi ma perché ha dimenticato tutto, anche il solo fatto di esistere.”
Avrebbe ricominciato dal principio, come una pulsazione, anche a scrivere e a leggere, conoscendo mondi che probabilmente non avrebbe raggiunto con la sua strada, vivrebbe di nuovo con gli occhi di chi non ha mai visto prima e il mattino non avrebbe più lo stesso sapore di sempre, sarebbe dolce come il pane appena sfornato e l’animazione dozzinale di una storia per ragazzini.
“Mi odio, mi detesto, sia fuori che dentro c’è solo un mostro insulso che vorrebbe parlare della luce del mattino, del buio della sera, meravigliandosi del volto della Luna e del luccichio della terra. Vorrei brillare naturalmente come quella zolla che nessuno guarda, sotto i raggi lunari, scomparire per qualche istante trasportato dal vento. Senza pensieri, senza aspettative, dimentico di tutto, dimentico della sofferenza e dei prototipi, dimentico dei miei stessi gusti. Li ricreerei e ricreerei me stesso.”
Questo diceva l’animo minacciato.