Missing

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__LadyLivia
view post Posted on 17/5/2011, 08:00 by: __LadyLivia




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Un rumore lontano sapeva brillare come la luna nel cielo limpido di giugno, nell’aria aleggiava l’odore stantio delle gocce d’acqua che una ad una cadevano nello stesso punto, questa d’irrigava tra una mattonella e l’altra in una conca immotivata e sembrava che l’intero pavimento si piegasse ad un peso insostenibile. Il sole filtrava attraverso una finestra alta rigata da sbarre verticali abbastanza fitte e la polvere navigava attraverso quegli sbocchi luminescenti galleggiando in un momento eternamente cristallizzato. Tutto era ricoperto di uno strato indefinito di grigiore e non v’era suono che riuscisse a penetrare quelle mura tranne il tintinnio della stessa acqua, periodico, distante, irraggiungibile. Tutto vibrava di una melodia sorda ed i suoi occhi non sapevano vedere che questo, senza possibilità di fuga, senza respiro. Immoto bruciava come una lama sulla carne viva, come il sale sulle ferite aperte. Sferzava nella coscienza come il vento sulla pelle nuda, risiedeva nell’impossibilità più nera. Era pece. In quel luogo, dinnanzi ad un muro erto risiede tutt’ora quella mano esile, posa i polpastrelli sul cuore della coscienza ed istaura un dialogo con se stessa. Se non riuscissi più ad immaginare, se non riuscissi più a scrivere, tutto questo avrebbe un termine non richiesto, vedrebbe la sua fine dinnanzi al rispetto del silenzio e le parole prive di valore non sapranno più volare, saranno solo il relitto di se stesse. Stringo ancora la chiave dei miei ricordi, affrontandoli perderò tutto?

 
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